Circolare 309

N. 309 Progetto inclusione – Spettacolo itinerante

N. 309 Progetto inclusione - Spettacolo itinerante

Personale scolastico

Dirigente Scolastico

Giovedì 6 giugno, come da locandina allegata, sarà rappresentato in chiave performativa il percorso annuale, interdisciplinare ed inclusivo che, quest’anno, ha coinvolto otto classi del nostro istituto nei diversi laboratori attivati: gli studenti sono stati protagonisti del laboratorio di sceneggiatura, teatro e teatro nero, scenografia, musica.

Docenti curricolari e docenti di sostegno hanno collaborato insieme per rilevare i bisogni specifici nel PEI degli alunni con disabilità, per sviluppare una visione inclusiva della comunità scolastica così come messo in luce dal PAI e promuovere il senso di appartenenza alla stessa, coltivando, sulla base del PTOF, alcune delle competenze trasversali necessarie allo sviluppo pieno della persona.

Ci ha guidato il pensiero di Hannah Arendt e, in particolare, il rovesciamento concettuale operato nella sua opera “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme”: dalla Shoah e dal totalitarismo come male radicale mutuato dalla Critica della ragion pratica Kantiana al male banale compiuto da un uomo scrupoloso burocrate, dal tono sommesso, che si difende sostenendo l’obbedienza zelante all’ordine. Un male banale che può insinuarsi nelle vite di tutti quando rinunciamo al pensare, al giudicare, abdicando alla ragione, all’ autoriflessione, alla coscienza. Lo spettacolo sarà per questo un confronto con le storie di chi ha scelto di essere, invece, artefice del bene, nella consapevolezza che sia vero, oggi più che mai, quanto scritto dalla storica e filosofa tedesca naturalizzata statunitense:

“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai “radicale”, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità, né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso “sfida” come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua “banalità”. Solo il bene è profondo e può essere radicale.”

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